Mario ORTOLANI | QUOTAZIONI |
Nato a Faenza nel 1901 Mario Ortolani,
pittore e ceramista, aderisce nel 1928 al gruppo di futuristi
preposti dall'organizzazione alla produzione e alla vendita di
ceramiche futuriste organizzato dallo scrittore e giornalista
faentino Giuseppe Fabbri.
Formatosi alla scuola di Achille
Calzi frequenta l'istituto per
il disegno T. Minardi e i corsi di pittura dell'Accademia d'Arte
di Firenze.
Attratto dalla pittura impressionista e post-impresionista
francese partecipa dall'inizio degli anni Venti a numerose mostre
d'arte, dove conosce il futuro cognato Giannetto
Malmerendi.
Nel 1922 partecipa come organizzatore e come espositore alle
mostre dell'associazione artistica "Risveglio
Giovanile" e, dopo aver prestato la sua opera presso la
manifattura ceramica faentina "Faventia
Ars" nel 1927 apre un
laboratorio di ceramica, denominata la "Bottega di maioliche del pittore Ortolani", a Faenza nel retro della sua abitazione
di via Anconetano 8.
Con la manifattura collaborano: Emilio
Casadio, Franco
Gentilini, Antonio
Gordini , Domenico
Liverani, Neo Massari e Mario Morelli.
Nel 1928 partecipa all'Esposizione Riunita Littoriana di Bologna,
alla II Quadriennale Nazionale di Ceramica di Pesaro e alla
Mostra Futurista di Faenza dove conosce Filippo Tommaso
Marinetti.
Con il marchio "Ceramiche
Futuriste G. Fabbri-Faenza" partecipa alla Mostra
Futurista di Faenza del 1928, tra il 1928 e il 1929 alla Mostra
d'Arte Futurista Novecentista e Strapaesana di Mantova e nel 1929
all'Esposizione Internazionale di Barcellona.
Negli anni successivi tra le altre opere realizza, con la
collaborazione dei futuristi Mario
Guido Dal Monte, Gerardo
Dottori, Benedetta Cappa Marinetti, Pippo Rizzo, Walter
Martelli e Remo Fabbri, alcune importanti ceramiche futuriste
disegnate, anche, da Giacomo Balla.
Nel 1930 deve affrontare la grande crisi economica e soprattutto
la morte del padre e nel 1931 è costretto a chiudere la bottega
e si trasferisce a Fano dove viene assunto come insegnante di
disegno e ceramica all'Istituto d'Arte Adolfo Apolloni ma dopo
poco più di un anno è costretto a lasciare l'insegnamento a
causa del suo rifiuto di iscriversi al partito fascista.
Tornato a Faenza rimane disoccupato alcuni anni poi, nel 1936,
dopo un periodo di saltuaria collaborazione con la "Bottega
Gatti" viene nuovamente
assunto alla fabbrica "Faventia Ars", di Francesco
Castellini e Luigi Masini, come decoratore.
Nel 1942, a causa della guerra, rimane nuovamente disoccupato.
Nel dopoguerra entra a far parte della "C.A.C.F." (Cooperativa Artigiana Ceramisti Faentini)
e viene nuovamente chiamato all'insegnamento presso la scola T.
Minardi.
Dopo alcuni anni di attività in un laboratorio in proprio, nel
1954 a causa di una grave malattia è costretto a lasciare il
lavoro e muore l'anno dopo.