Nel 1919 Pietro Melandri,
già scenografo, acquarellista e pittore, dopo la prima guerra
mondiale e la prigionia, torna a Faenza e apre, insieme a Paolo Zoli, suo
compagno ai tempi dell'apprendistato presso la manifattura
ceramica dei fratelli "Minardi", a
Dino Fabbri e Amerigo Masotti
la bottega di maiolica artistica "La Faience"
(conosciuta anche come "Melandri & Zoli"),
dedicandosi con il massimo impegno alla ricerca tecnica e
stilistica per il rinnovamento della tradizionale ceramica
faentina.
Il marchio di questo periodo è costituito da un cerchio
quadripartito, contenente le iniziali M, M, F e Z dei soci.
L'esordio della produzione avviene già nel 1919 quando la
manifattura presenta i suoi lavori alla mostra della Società
Arte e Cultura di Faenza, allestita a Palazzo Strozzi.
La prima produzione della manifattura si avvale dei decori
faentini tradizionali senza trascurare forme e decori nello stile
liberty.
Dopo pochi mesi dall'esordio escono dalla società Dino Fabbri e
Amerigo Masotti e nel 1920 abbandona la ditta anche Pietro
Melandri.
Nel 1921 è chiamato a collaborare, anche se solo saltuariamente,
alla manifattura il pittore e decoratore Francesco Nonni,
reduce da un lungo soggiorno a Parigi, che introduce a Faenza lo
stile Decò, di gran moda in Francia.
Negli stessi anni collabora, da esterno, anche il designer Giovanni Guerrini.
Il sodalizio tra Melandri e Zoli si interrompe all'inizio del
1921, Paolo Zoli si ritrova unico proprietario della fabbrica e
in pochi mesi riesce ad incrementare la produzione e ad ottenere
un buon successo commerciale.
Tra il 1922 e il 1924 la manifattura, che affianca alla
produzione commerciale una importante linea di ceramica artistica
dai decori sia tradizionali che moderni, si afferma sia a livello
nazionale che internazionale, ma Paolo Zoli inizia a trascurare
la produzione per dedicarsi soprattutto alla rappresentanza,
ampliando la fabbrica con un lussuoso appartamento ed un salone
per ricevimenti.
In questi anni collaborano con la manifattura Francesca Sansoni,
Amerigo Masotti,
Emilio Casadio, Antonia
Tura, Fausto Dal Pozzo,
Antonia Bubani, Luigi Fantoni, Angelo Ungania, Clorinda Pompignoli, Felice Rambelli,
Ida Cimatti, Angelo Biancini
e i tornianti Armando Cornacchia e Giuseppe Melandri.
Nel 1927 entra in partecipazione nella fabbrica di ceramica
"Trerè" e ma dopo solo un anno e mezzo la fabbrica
è costretta a chiudere.
Sul finire degli anni Venti entra a collaborare con la ditta il
pittore Roberto Sella,
ma il 2 dicembre 1930, a causa della grande crisi economica, Zoli
è costretto a chiudere definitivamente la fabbrica e si
trasferisce in Svizzera.
Tra gli altri collaboratori della fine degli anni Venti
ricordiamo il poliedrico Giulio Argnani,
il torniante e stampatore Domenico Mattioli
e le decoratrici Anna
Ronchi e Anita Gentilini.
Paolo Zoli muore nel 1960.
1919 |
1920-21 |
dal 1921 |
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dal 1946 |
N.b.: Negli anni Cinquanta una manifattura con la stessa denominazione "La Faience" è attiva a Faenza ad opera di Goffredo Gazzotti.