Guido GAMBONE | QUOTAZIONI |
Pittore, scultore e ceramista Guido Gambone, nato
a Montella, in provincia di Avellino, il 27 giugno del 1909 si
trasferisce giovanissimo con i genitori a Vietri e dopo gli studi
ginnasiali inizia il suo rapporto con la ceramica, lavorando
presso la manifattura "Avallone", di
proprietą di don Ciccio
Avallone, prima come apprendista, poi come pittore e quindi
capo pittore, e completando la sua formazione presso la "M.A.C.S." (Manifattura
Artistica Ceramica Salernitana) di proprietą, come la "I.C.S." (Industria
Ceramica Salernitana), presso la quale lavora alcuni anni dopo,
dell'imprenditore tedesco Max
Melamerson.
Lavorando presso queste manifatture entra in contatto con la
cosidetta "colonia dei ceramisti tedeschi" attivi a
Vietri (Richard Dolker, Irene Kowaliska, ecc.)
assimilandone lo stile.
Attento a tutti i mutamenti artistici della sua epoca
giovanissimo si avvicina alla corrente Valori Plastici.
Nel 1930 č invitato ad esporre le sue ceramiche, realizzate alla
manifattura "Avallone", alla Triennale di Milano.
Nel 1933, a causa di un grave incidente d'auto subisce
l'amputazione di un arto.
Intorno alla metą degli anni Trenta il suo interesse si rivolge
al Gruppo dei Nuovi Pittori Romani costituito da Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi ed
Emanuele Cavalli.
Nel 1935 č direttore artistico all "I.C.S." e nel 1936
viene trasferito, insieme a Vincenzo
Procida, e a Francesco
Solimene, a Firenze presso la manifattura per la produzione
di ceramiche artistiche "Cantagalli" con
la quale Melamerson ha stretto un accordo di collaborazione.
Nello stesso anno si sposa con Concetta Pierro.
Presso la "Cantagalli" realizza una produzione in stile
vietrese ma fortemente influenzato dalla pittura metafisica di
Massimo Campigli e dal Novecentismo di Giņ Ponti.
Arricchito dall'esperienza fiorentina e influenzato dalla ricerca
sul colorismo plastico e sugli smalti vetrosi di di Max Laeuger,
nel 1939 torna a Vietri, alla manifattura "I.C.S." e
qui entra in contatto con il ceramista sardo Melchiorre Melis
restandone influenzato.
Negli anni Quaranta apre una piccola manifattura in proprio ma la
guerra ne interrompe bruscamente l'operato.
Nell'immediato secondo dopoguerra Guido Gambone, insieme al
fratello Remigio e all'amico Andrea D'Arienzo, fonda
una manifattura ceramica con ragione sociale "Faenzarella" e,
tralasciando la ceramica artistica, inizia a produrre manufatti
semplici, privi o quasi di decoro e destinati a rimpiazzare le
indispensabili stoviglie andate perse durante la guerra.
Con la "Faenzarella"collabora in quegli anni anche
Vincenzo Procida.
Contemporaneamente, per sopravvivere, lavora a Marina di Vietri
presso le ex fabbriche di Melamerson rilevate da Negri e presso
la "CAS"
E' nota in questi anni anche una sua collaborazione con la
manifattura salernitana "Tre Felci"
Lentamente la "Faenzarella" torna a produrre ceramica
artistica ottenendo un lento ma crescente successo e negli anni
1947 e 1948 alcuni manufatti realizzati da Gambone con il marchio
della "Faenzarella"(un asinello) partecipano,
vincendolo, al premio Faenza.
Nel 1947, con il pannello ceramico La repubblica italiana del
lavoro, vince per la prima volta il Premio Faenza, premio che gli
viene riconosciuto anche nel 1948, con Coppa con ornati astratti,
ex equo con una fiasca di Anselmo
Bucci nel '49, con la fiasca dal titolo La faenzarella, nel
'59 con Coppa e vaso in bianco graffito e nel '60 con Forma
plastica bruno e ruggine e vaso bruno e bianco.
E' accertata la collaborazione, in questi anni, di Guido Gambone
con le "Fornaci
Bagiardi" di San Giovanni in Valdarno (AR)
Nel 1949 ottiene il I° premio al concorso Premio Nove bandito
dall'Ente Fiera di Vicenza.
Nel 1950 Gambone si trasferisce definitivamente a Firenze e,
insieme all'amico Andrea D'Arienzo e dopo un periodo trascorso
alla "Cantagalli" dove mette in produzione alcuni
lavori ispirati alla produzione pontiana, fonda la manifattura la
"Tirrena ",
con cui collaborano anche Vincenzo Procida, Luli Moriondo e il figlio di
Guido, Bruno Gambone.
Nel 1950 č invitato ad esporre alcuni suoi lavori, tra cui un
piatto dal titolo Madonna e Bambino, alla Mostra
dell'Artigianato Italiano al Brooklyn Museum di New York e nello
stesso anno partecipa, fuori concorso, al Premio Faenza.
Nel 1951 presenta la sua prima personale alla Galleria Il Milione
di Milano.
Nel 1959 č primo premio al Concorso di Faenza, nel 1960 ottiene
una medaglia d'oro alla Biennale della Ceramica di Gubbio e nel
1962 č vincitore del primo premio al Concorso di Gualdo Tadino.
La manifattura rimane attiva fino al 1967.
Guido Gambone muore a Firenze nel 1969.
www.enricocamponi.com/portfolio/guido-gambone
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www.treccani.it/enciclopedia/guido-gambone_(Dizionario-Biografico)/
www.montella.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=24%3Aguido-gambone&catid=1&Itemid=24
http://vietriierieoggi.jimdo.com/biografie-grandi-maestri/guido-gambone/
http://vietriierieoggi.jimdo.com/opere-grandi-maestri/guido-gambone/
www.artcurel.it/ARTCUREL/ARTE/CERAMICA/GuidoGambone.htm
www.20thcenturyforum.com/t15407-guido-gambone-italy?highlight=italy
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by Tove Nęss Lien · 15
aprile 2018
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