Nel 1935 Emilio Casadio,
interrotto il sodalizio con Aldo Sintoni e
chiusa la "Casadio e
Sintoni", dopo una breve esperienza allo "Studio Ceramico
Morelli" e un soggiorno a Colle Val d'Elsa, apre in
alcuni locali di via Maioliche a Faenza, una fabbrica di
ceramiche denominata "Casadio Ceramiche".
Dotata di un forno a legna della capacitā di un metro cubo e di
un piccolo forno a muffola per la cottura di pezzi decorati a
riflessi metallici la bottega presto diviene un posto di ritrovo
per giovani artisti molti dei quali della cerchia del pittore Mario Ortolani.
Frequentata da numerosi artisti, tra cui Domenico Matteucci e saltuariamente Angelo Ungania,
la bottega fu soprannominata la "Bagutta Faentina" e
divenne un punto di riferimento per i giovani artisti della
cittā.
Dopo pochi mesi entra in societā con il Casadio il ceramista
faentino Antonio
Gordini.
La produzione ottiene ottimi successi e la manifattura partecipa
a numerose esposizioni sia in Italia che all'estero.
Nel 1935 partecipa all'Esposizione Internazionale di Bruxelles e
nel 1937 a quella di Parigi.
Nel 1939 riceve il premio al merito Gaetano Ballardini e ottiene
una medaglia d'oro alla IX Settimana Faentina.
In questo periodo Casadio e Gordini lavorano insieme alla
realizzazione di un mosaico ceramico, progettato da Antonio
Albonetti, per l'orologio dell'ex Palazzo delle Poste di
Faenza.
Tra i collaboratori della manifattura
ricordiamo: Dorina Pulli
(decoratrice), Elide Cavalli
(decoratrice) e Angelo Melandri
(torniante) e saltuariamente il ceramista Angelo Ungania.
Nel 1940 Antonio Gordini lascia la societā e Casadio
rimane l'unico titolare ma nel 1941 č costretto ad interrompere
la produzione e a trasferirsi a Parma dove assume l'incarico di
docente all'Istituto Statale d'Arte, pur continuando sempre a
frequentare la ceramica.
Tra i collaboratori della ditta ricordiamo lo scultore Neo Massari.
1935 |