Agenore FABBRI | QUOTAZIONI |
Scultore e ceramista nasce
a Barba, in provincia di Pistoia, il 20 maggio del 1911 e si
diploma alla Scuola d'Arti e Mestieri della città ma, pur avendo
superato brillantemente gli esami d'ammissione, è costretto, per
motivi economici, a rinunciare a frequentare l'Accademia d'Arte
di Firenze.
Nel 1929 plasma la sua prima opera in creta realizzando il busto
di sua madre.
Inizia a dedicarsi professionalmente alla ceramica nel 1935 come
modellatore presso la manifattura albisolese "La
Fiamma", di proprieta del
ceramista Ivos Pacetti.
Nel 1936 vengono presentate alla Triennale di Milano alcune
maschere e il gruppo "le Tre Marie" in terracotta
modellate dal Fabbri e maiolicate dal Pacetti che verranno di
nuovo esposte due anni dopo a Berlino.
Nel 1937 esordisce come scultore alla Mostra Nazionale di Napoli.
Nel 1938 è presente alla Biennale con l'opera "la
Straniera" e nello stesso anno espone al Bagutta-Spotorno la
"Testa di Bimbo".
Successivamente partecipa a numerose mostre di ceramica
artistisca regionali, all'Interregionale di Firenze, alla Mostra
Nazionale di Napoli e alla XXI Biennale di Venezia.
Nel 1940 è presente alla VII Triennale di Milano con alcuni
interessanti busti di carattere arcaico e novecentista eseguiti
presso la fabbrica genovese "I.L.S.A.".
Nel 1942 tiene una personale alla Galleria Gianferrari di Milano.
Al termine della seconda guerra mondiale, profondamente segnato
dalla tragedia vissuta in prima persona e che segna profondamente
la sua arte, Agenore Fabbri realizza, nei forni della "Cooperativa Stovigliai" di Albisola, alcune delle sue opere più
significative tra cui "la donna del popolo" (definita
da Pablo Picasso come la scultura più attuale del momento),
"la madre della guerra" (vincitrice del premio Vado del
1953), "il grido" e "la preghiera"
(rispettivamente conservate al museo di Arte Moderna di Genova e
alla Galleria d'Arte moderna di Alessandria).
Nel 1951 è presente alla IX Triennale di Milano per la quale
realizza anche un grande pannello ceramico dal titolo "La
favola di Orfeo", cotto presso i forni della manifattura
"F.A.C." di
Albisola e messo a decorare l'atrio d'ingresso della
manifestazione.
Nel 1952 partecipa alla Biennale di Venezia e alla X Triennale
viene premiato con diploma d'onore per l'opera in terracotta
policroma "caccia al cinghiale" realizzata presso la
fabbrica "Ceramiche Minime"
dei fratelli Ivos e Renato Pacetti
ad Albisola Superiore.
Nello stesso anno è premiato per un servizio da tè alla III
Mostra della Ceramica di Pesaro.
Nel 1953 e nel 1956 partecipa, premiato, all'annuale edizione
della Fiera di Vicenza.
Nel 1954 partecipa con la terracotta policroma "San
Sebastiano contemporaneo" alla XXVII Biennale di Venezia e
tiene una personale alla Galleria S. Andrea di Savona.
Nel 1955 partecipa al Festival International de la Céramique di
Cannes.
Negli anni successivi lavora con la manifattura "Pozzo Garitta"
di Bartolomeo Tortarolo detto Bianco e con la "San
Giorgio Ceramiche" di Eliseo
Salino.
Nel 1958 espone i suoi lavori negli Stati Uniti, a New York dove
è presente nuovamente nel 1960 e a Filadelfia.
Collabora, intorno agli anni Sessanta, con la fabbrica "M.G.A." della famiglia Mazzotti ad Albissola
eseguendo alcune sculture in terracotta decorata a ingobbio e
cotte nelle fornaci della fabbrica di Torido
Mazzotti.
All'inizio degli anni Sessanta partecipa, gratuitamente, alla
realizzazione di parte della pavimentazione del Lungomare degli
Artisti, inaugurato ad Albisola nel 1963.
Successivamente l'artista si dedica alla scultura in bronzo e
legno per tornare alla ceramica alla fine degli anni Settanta con
l'inquietante serie dei "Personaggi".
Negli anni Ottanta Fabbri si occupa principalmente di pittura e
scultura in bronzo, ferro e marmo, pur realizzando alcune opere
in ceramica, di carattere informale, presso i forni della
manifattura "San
Giorgio" ad Albissola
Marina.
Nel 1994 partecipa alla realizzazione, insieme a numerosi altri
artisti, all'arredo urbano del comune di Badalucco, in provincia
di Imola, donando un suo pannello ceramico realizzato presso la
"Società Cooperatiova Ceramica Imola".
Agenore Fabbri muore a Savona nel 1998.
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