Ivos PACETTI | QUOTAZIONI |
Ivos Pacino Pacetti nasce a
Figline di Prato il 2 dicembre del 1901.
Giovanissimo si trasferisce a Genova dove vive riproducendo
dipinti degli antichi maestri toscani.
Giunge ad Albisola nel 1920 e, l'anno dopo, inizia la sua
attività di ceramista presso la manifattura "M.A.S." (Maioliche Artistiche Savonesi), di
proprietà dell'avvocato Albarello di Genova e diretta da Mario Ravano, dedicandosi al decoro "antico
Savona".
Nonostante una mutilazione alla mano destra dimostra
immediatamente una grande capacità pittorica e nel 1921 viene
chiamato a prestare la sua opera presso "La Casa dell'Arte"
in Albisola Capo, di proprietà di Giuseppe Agnino e dei
fratelli Giulio e Angelo Barile.
Nel 1924 si trasferisce presso la manifattura ceramica "Alba
Docilia", di Adolfo Rossello in Albissola Marina, dimostrandosi uno dei migliori
artefici della rinascita della tradizione ceramica ligure e
imponendo la sua personalità artistica in tutte le nuove
manifatture albisolesi.
Nel 1927 fonda la "S.P.I.C.A." (Società per Industria Ceramiche
Artistiche) e ospita nei suoi laboratori, per la lavorazione di
alcune sue opere, lo scultore Arturo Martini.
Nel 1928 viene assunto all' "I.L.S.A." (Industria Lavorazione Stoviglie Albisola)
dove, contagiato per un breve periodo dal movimento futurista
riesce a coniugare la ricerca di nuove forme e decori alle
necessità della produzione industriale.
Nel 1929/30, nei locali della vecchia fabbrica "Fenice", da vita alla manifattura "La
Fiamma", dove da il via
alla sua produzione futurista che presenta alla V Triennale di
Milano nel 1933.
Nel 1932 lascia la direzione dell'"I.L.S.A." e viene
nominato dalla Federazione Nazionale Fascista degli Artigiani
"Capo Nazionale dell'Arte Ceramica e del Vetro".
In questi anni collabora saltuariamente con la "C.A.S." di Bartolomeo
Rossi.
Nel 1933 presenta alla IV Sindacale genovese una sua scultura in
terracotta in monocromo argento e tubo in gomma dal titolo
"Maschera antigas".
Nello stesso anno partecipa alla Sindacale Nazionale di Firenze
con un quadro in ceramica di soggetto floreale di grande impatto
futurista-scomposizionista e alla Prima Mostra Nazionale
Futurista di Roma.
Sempre nel 1933 vince il primo premio alla III Fiera Artigiana di
Firenze, nel concorso bandito dall'E.N.A.P.I. (Ente Nazionale per
l'Industria e la Piccola Impresa) per un servizio da caffè,
servizio che è successivamente esposto alla V Triennale di Arte
Decorativa di Milano.
Terminata l'esperienza futurista Ivos Pacetti inizia ad
indirizzare la sua manifattura verso una produzione più
commerciale e di gran pregio tecnico e formale.
Alla fine degli anni Trenta espone un pannello ceramico di sapore
realista alla II Mostra di plastica Murale di Roma.
Nel 1938 chiude la manifattura.
Nel 1939 viene chiamato all'"I.L.S.A." a ricoprire
l'incarico di direttore artistico.
Dopo la sospensione della produzione dovuta agli avvenimenti
bellici, nel 1949 si mette in società con il fratello Renato e trasforma il nome della manifattura la
"Fiamma" in "La
Tavola della Pupa" e nel
1956, grazie ai successi ottonuti apre una nuova fabbrica
denominata "Ceramiche Minime Fratelli Pacetti", con sede in via IV Novembre ad Albisola
Capo.
Nel luglio del 1958 scrive un lungo articolo sul n.° 7 del
giornale "Liguria" sulla storia della rinascita della
ceramica di Albisola.
Muore ad Albisola nel 1970.
www.arcadja.com/auctions/it/pacetti_ivos/prezzi-opere/243068/