Dante Milani,
già fondatore nel 1922 del laboratorio ceramico "L'Eterna" attiva a Montopoli in
Val d'Arno, in provincia di Pisa, nel 1927/28, affianca alla
produzione di materiali per edilizia, su suggerimento del pittore
Silvio Bicchi,
direttore artistico della manifattura per un breve periodo, una
produzione di tipo artistico dai decori a motivi zoomorfi
realizzati a "sgraffio" su ingobbio e invetriati, con
la denominazione "Ceramiche Milani"
Gli anni Trenta vedono la ditta affermarsi sul mercato nazionale
grazie ad un ricco catalogo di manufatti, anche di grandi
dimensioni, graffiti o a "fondo ribassato" patinati ed
incerati, ispirati alle gloriose tradizioni della ceramica
italiana di tutte le epoche e a volte ispirate anche all'antica
ceramica egiziana ed orientale.
Tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta, sotto
la direzione del fratello di Dante, l'architetto Guido Milani che
detiene l'incarico fino alla prima metà degli anni Cinquanta, la
ditta ottiene numerosi riconoscimenti in Italia e all'estero e
vengono aperti punti vendita in varie città italiane ed europee,
nelle Americhe e in India.
Nel 1929 Partecipa all'Esposizione Internazionale di Tampere, in
Florida, ottenendo una medaglia d'oro.
Tra i decoratori della manifattura ricordiamo: Flora Andreini,
Pietro Bartoli,
Alice Bertini,
Amedeo Bertini,
Vittorio
Brunelli, Gian
Battista Caciagli, Parenzo Campani,
Giuliana,
Nicla e Leda Ciampini, Nello Cini, Loriana
Disperati, Anna
Maria Disperati, Silvia Disperati,
Gino Donati, Irma Donati, Lea Farné, Carla Fossetti,
Gino Fossetti,
Giovanna
Gronchi, Luciana
Gronchi, Luigi
Lazzareschi, Vasco
Maffei, Sandra
Melai, Bianca
e Celeste Milani,
Angiolino
Pertici, Menotti
Pertici, Pia
Petralli, Vinicio
Puccioni, Mara
Salini, Nello
Sardelli, Carla
Susini, Cesare
Toscani e Moreno
Toscani.
Tra i tornianti: Remo
Benedetti, Mori de
L'Angelica, Mario
Donati, Edo
Lucchesi, Colombo
Mannozzi, Gino
Mannozzi, Olinto
Mannozzi, Romolo
Mannozzi, Averardo
Parentini e Giancarlo
Parentini.
Ancora: il modellatore Remo Donati, i
fornaciai Carlo
Susini ed il figlio Gianfranco.
I modelli realizzati tra gli anni Trenta e l'inizo della guerra
presentano numeri progressivi fino a 400, numeri più alti sono
presenti sulla produzione del dopoguerra, caratterizzata anche da
spessori maggiori.
Cessata l'attività negli anni della seconda guerra, già dai
primi anni della ricostruzione la ditta riaccende i forni e torna
alla precedente produzione.
Negli anni Cinquanta,la congiuntura economica e il diverso gusto
del pubblico mettono in crisi la produzione e la fabbrica, nel
1960, chiude i laboratori.
Negli anni successivi e fino al 1967 una produzione in piccola
serie è realizzata dalla figlia di Dante, Giuseppina
che partecipa alla gestione dell'attività di famiglia dagli anni
Cinquanta fino alla chiusura definitiva.
1922-1928 |
a |
1928/32 |
1932/43 |
Dopoguerra |
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