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Vedova BESIO & Figlio
(S. A. S. Cesare Lisa & C. - Succ. vedova Besio & Figlio - S. p. A. Succ. Vedova Besio & Figlio - Ceramica Besio & Massimino - Ceramiche Mondovì)
QUOTAZIONI

Antica manifattura ceramica fondata a Mondovì, in provincia di Cuneo, nel 1842 dall'albisolese Giuseppe Besio (1806-1892).
Dopo essere stata rilevata prima dai Musso e poi dalla "Richard-Ginori", torna di proprietà della famiglia Besio e nel 1899, sotto la direzione della moglie del Besio, Anna Massimino e del figlio Eugenio, assume la denominazione di "Vedova Besio & Figlio".
Nel 1908 Anna Massimino muore e la conduzione della ditta passa nelle mani di Eugenio e della moglie Margherita Giustetti.
Nel 1911 muore Eugenio e nel 1919 la vedova cede la ditta che assume la denominazione "Soc. in Accomandita Semplice Cesare Lisa & C, successori vedova Besio & Figlio".
Nel 1929 un nuovo passaggio di proprietà porta la ditta nel portafoglio dell'industriale Marco Levi che, sotto la denominazione "Soc. per Azioni Successori Vedova Besio & Figlio" affida la direzione artistica a Bartolomeo Merlatto.
Nel 1934 la ditta entra a far parte dell'"Ufficio Unico Consorziale di Vendita" monregalese, voluto dalla "Ginori Mondovì".
Nel 1945 un bombardemento costringe la fabbrica a sospendere la produzione che viene riavviata al termine del conflitto.
Nel dopoguerra la ditta riattiva la produzione e riesce ad imporsi sul mercato così che già nel 1947 da nuovamente lavoro ad oltre 130 operai e nel 1948 vengono inaugurati nuovi e moderni forniadatti alla realizzazione sia di porcellana che di decori al terzo fuoco.
Nel 1950 il pittore Ego Bianchi entra in contatto con la manifattura, avvicinandosi per la prima volta all'arte della ceramica e negli stessi anni collabora con la fabbrica il pittore Franco Gentilini.
Negli anni Sessanta/Settanta collaborano con la ditta i pittori D. Arnaudo, G. Bevilacqua, A. Colombatto, D. Bianchi, Sciarretta, E. Billò, Dragone, A. Contri, L. Garitta e M. Lattes.
Nel 1980 la fabbrica, divenuta proprieta della società finanziaria "Fim Co" è sottoposta ad un forte rinnovamento delle tecnologie produttive che le permetterà di rimanere sul mercato fino alla fine degli anni Novanta, quando cessa definitivamente la produzione.

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