MENGARONI (M.A.P. - S.D.C.A. - Studio d'Arte Ceramica - F.M. & C.) |
QUOTAZIONI |
Già dipendente della manifattura
ceramica pesarese "Molaroni",
nel 1908 Ferruccio Mengaroni si licenzia e allestisce un laboratorio di
ceramica nella sua casa di viale Zara, a Pesaro.
Nel 1914, in società con Ettore e Aristodemo Mancini, Ferruccio Mengaroni apre una piccola fabbrica,
la "Studio d'Arte Ceramica" in viale Trento 150, il cui
marchio è costituito da una "F" in alto, dal simbolo
grafico di un grifone, le lettere "S.D.C.A.", la
scritta Ferruccio Mengaroni e A.M. Pisaurum, a volte accompagnata
dall'anno di esecuzione.
Altri marchi della manifattura sono semplicemente "Ferruccio
Mengaroni A.M.", o solamente "F.M. & C."
La manifattura chiude nel 1920 per riaprire come "Maiolica
Artistica Pesarese" (M.A.P.) e la produzione, dal 1920 in
poi, è marcata dalle lettere M.A.P. con l'aggiunta del simbolo
grafico del leone rampante che regge un ramo di cotogno antico
simbolo della signoria degli Sforza e la scritta Pesaro.
Nel 1920 la ditta pubblica un catologo con la riproduzione
fotografica di alcune delle opere prodotte.
Il 13 maggio del 1925 Ferruccio Mengaroni muore in un tragico
incidente, durante l'allestimento delle sue opere presentate alla
Biennale di Arti Decorative di Monza, ucciso sotto il peso di un
enorme tondo in maiolica policroma, da lui realizzato, e
raffigurante la testa di Medusa, ma la manifattura, condotta da
Aristodemo Mancini, continua la sua produzione sotto la
denominazione "A.M. Mengaroni & C.".
Negli anni successivi alla morte di Mengaroni le ceramiche della
manifattura presentano sotto il solito simbolo grafico la scritta
Made in Italy o Italia.
Il 1932 vede, tra i collaboratori della manifattura, il giovane
pittore Marcello Antonelli.
Nel 1929 a causa della grave crisi economica la manifattura è
costretta a ridimensionarsi, e l'anno successivo viene dichiarato
il fallimento.
Nel 1934 Elettro Mancini,
in società con Giulio Patrignani
e Guido Andreani,
rileva le quote societarie e riprende la produzione, marcandola
con la scritta "M.A.P. e un asterisco", che continua
ininterrotta fino al 1944.
Nel 1945 la fabbrica viene rilevata da un gruppo di dipendenti
che la gestiscono, fino al 1949 sotto la direzione di Antonio Imperatori, sino al 1958, anno della chiusura definitiva.
Tra gli artisti e i ceramisti che negli anni collaborano con la
manifattura "M.A.P." sono da ricordare Mario Filippucci,
Achille Wildi, Renato Giavoli, Enrico Cardinali,
Maria Mancini, Maria Antonietta Gallina, Ferruccio Fastigi,
Violetta Giuliani,
Guerino Bozzetti,
Tonino Naponelli
e Giannetto Serafini.
1917-1919 |
1919-1925 |
dopo 1925 |
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1934-1944 |