Leoncillo Leonardi nasce a Spoleto, in
provincia di Perugia, il 18 ottobre del 1915.
Completati gli studi all'Istituto d'Arte di Perugia si
trasferisce a Roma dove frequenta l'Accademia di Belle Arti e
frequenta gli artisti della Scuola Romana.
Si avvicina alla materia argilla grazie al fratello Lionello che
in occasione di una punizione materna gli porta in soffitta, dove
l'artista scontava la sua colpa, un blocco di creta con cui
Leoncillo realizza una piccola scimmia.
Nel 1935 Leoncillo conosce Libero De Libero, direttore della
galleria d'arte "La Cometa" e tra il 1936 e il 1938
Leoncillo realizza le sue prime opere in ceramica, a soggetto
mitologico, caratterizzate da colori molto intensi.
Nel 1938 Leoncillo sposa Maria Zampa, sua compagna di studi a
Perugia, nel 1939 si trasferisce ad Umbertide, città natale
della moglie e dall'anno successivo inizia a cuocere i suoi
lavori nei forni della manifattura "Rometti".
Il rapporto con la manifattura è, all'inizio, limitato
all'utilizzo dei forni per la cottura delle opere e alla
possibilità, da parte dell'artista, di approfondire le sue
conoscenze tecniche.
Nel 1940, su interessamento dell'architetto Giò Ponti, Leoncillo presenta alcune sue opere alla
Triennale di Milano.
Tra il 1941 e l'inizio del 1942 la collaborazione tra Leoncillo e
la manifattura "Rometti" è intensa e fruttuosa ma
causa degli eventi bellici la "Rometti" è costretta a
sospendere la produzione, e Leoncillo torna a Roma dove ottiene
la cattedra di Plastica e Decorazione Ceramica al Regio Istituto
Nazionale di Istruzione Professionale, poi Istituto Statale
d'Arte.
Nel 1942 apre una collaborazione con la manifattura ceramica
gualdese "Luca della Robbia".
La guerra lo vede partecipe alla Resistenza e dopo la Liberazione
espone con Corrado Cagli, Renato
Guttuso, Mario Mafai e Mirko
alla mostra romana "Arte contro la barbarie" vincendo,
con due versioni di "Madre romana uccisa dai fascisti",
il primo premio.
Nel 1947 aderisce al "Fronte Nuovo delle Arti" con
Antonio Corpora, Nino Franchina, Pericle Fazzini e Giulio
Turcato, e con loro espone alla
Biennale di Venezia del 1948.
In questi anni gli viene assegnato uno studio con annesso
laboratorio ceramico, denominato "Ceramiche Leoncillo", in largo di Villa Massimo 2 a Roma ed è
chiamato ad insegnare all'Istituto d'Arte Silvio D'Amico di Roma,
divenendone, negli anni successivi al 1952, direttore della
sezione Ceramica.
Nel 1948 è presente alla Biennale di Venezia.
Nel 1949 tiene una personale alla Galleria del Fiore di Firenze.
Nel 1950 è invitato ad esporre alcuni suoi lavori alla Mostra
dell'Artigianato Italiano tenutasi al Brooklyn Museum di New
York, e tra le altre ceramiche espone alcuni vasi policromi.
Nel 1952 è di nuovo alla Biennale d'Arte di Venezia con una sala
personale e nel 1954 viene premiato al X° Concorso Nazionale
della Ceramica di Faenza, dove concorre con il bassorilievo I
minatori.
Nello stesso anno vince il concorso per la realizzazione del Monumento
ai caduti organizzato dal Comune di Albissola Marina e
collocato, nel 1957, sul Lungomare degli artisti.
Dal 1955 ottiene numerose commissioni pubbliche e realizza, tra
l'altro, la "Partigiana Veneta" per i Giardini
Napoleonici di Venezia (distrutta nel 1961 da un attentato
fascista).
Nel 1956 si dimette dal Partito Comunista Italiano.
Nel 1957 espone, alla Galleria "Tartaruga" una serie di
opere, decisamente informali, che raggiungono risultati di
altissimo livello.
Nel 1960 presenta alla Biennale di Venezia alcune terrecotte
smaltate tra cui "Cuore rosso", "Ore
d'insonnia" e "Vento rosso"
realizzate due anni prima.
Nel 1963 vince, con la scultura Incontro d'inverno, il primo
premio al Concorso Internazionale della Ceramica di Faenza,
ex-aequo con il ceramista belga Rogier van De Weghe, con Fulvio
Ravaioli e Pompeo
Pianezzola e nel 1968 ha una
sala personale alla Biennale d'Arte di Venezia.
Nel 1968 ha di nuovo una sala personale alla Biennale di Venezia
e tra le altre opere presenta una terracotta smaltata dal titolo
"Sommario 1958-68" ed una terracotta smaltata
e engobbiata, "Affinità patetiche" del 1962.
Leoncillo Leonardi muore improvvisamente a Roma nel 1968.
www.treccani.it/enciclopedia/Leoncillo-leonardi_(Diozionario_Biografico)/
www.scultura-italiana.com/Galleria/Leoncillo/index.html
www.scuolaromana.it/artsti/leoncill.htm
http://servizi2.inps.it/servizi/MuseoMultimediale/opera.aspx?id=154