Nel 1897 Felice Musso cede
la fabbrica di ceramica di famiglia, fondata nel 1811 a Mondovì,
in provincia di Cuneo, alla "Società Ceramica
Richard-Ginori".
Nel 1903 la fabbrica, che opera nello storico fabbricato detto il
"Follone", da lavoro ad oltre 300 operai che nel 1907
divengono 500.
Negli anni del dopoguerra, a causa degli aumenti delle materi
prime e del costo della manodopera, la ditta entra in crisi ed è
costretta ad avviare una serie di licenziamenti.
Solo a partire dal 1923 riesce a riconquistare il mercato interno
e ad affacciarsi all'esportazione e presto le mastranze tornano a
superare il numero di 400.
Specializzata nella produzione in terraglia di vasellame da
cucina nel 1923 la fabbrica inizia ad operare anche nel settore
della ceramica artistica sotto la direzione di Giò
Ponti, responsabile della
produzione di tutte le fabbriche della società "Richard-Ginori".
La manifattura, specializzata nella produzione di terraglie per
l'arredo e la tavola, presenta con successo alcuni suoi pezzi a
varie edizioni della Triennale di Milano, è presente nel 1923
alla Prima Biennale di Arte Decorativa di Monza, all'Esposizione
Internazionale di Parigi del 1925 e del 1937, ed in varie altre
manifestazioni in Europa e nelle Americhe.
Negli anni Venti collabora con la fabbrica il ceramista Bartolomeo Merlatto.
Nel 1930 alcuni lavori, ispirati al Novecentismo pontiano,
realizzati per la manifattura da Giuseppe Sciolli,
sono presenti alla Triennale di Milano.
Nel 1934 la "Ginori Mondovì" fonda l'"Ufficio
Unico Consorziale di Vendita" che comprende le manifatture
monregalesi "Beltrandi",
"Besio" e "Musso".
Dal 1946 diventa direttore artistico di tutta la produzione della
fabbrica Giovanni Gariboldi e a Gino
Campana è riservata la carica
di direttore dello stabilimento.
Nel 1949 la ditta è invitata a partecipare alla Rassegna
Industriale Artigiana e Agricola della fiera Campionaria di
Vicenza.
A partire dal 1954 collabora con la ditta la decoratrice Vera Tamagnone.
Nel 1965 il Gruppo "Ginori" si fonde con la "Società Ceramica
Italiana" di Laveno.