Galileo CHINI | QUOTAZIONI |
Pittore, decoratore, scenografo e ceramista, Galileo Chine
nasce a Firenze nel 1873.
Rimasto orfano del padre nel 1884 inizia la sua attività come
apprendista decoratore e restauratore nella bottega dello zio
paterno, Dario, e contemporaneamente studia presso la Scuola
d'Arte di Santa Croce a Firenze, ma è costretto ad interrompere
la frequenza a causa degli impegni lavorativi.
Nel 1887 si iscrive alla scuola d'arte serale di via Maggio e a
quella domenicale "Dazzi" di Firenze e l'anno
successivo conosce il pittore Giulio Bargellini che lo presenta
ad Augusto Burchi, il quale gli affida l'incarico di eseguire
alcune decorazioni nel palazzo Budini-Gattai di Firenze.
Nel 1895 si iscrive alla Scuola di Nudo all'Accademia di Belle
Arti della stessa città e al Circolo degli Artisti, dove conosce
e frequenta numerosi esponenti del mondo artistico fiorentino tra
cui Telemaco Signorini, Libero
Andreotti, Plinio Novellini e Giovanni Papini.
Prima di mettersi in proprio lavora nella bottega ceramica "Giunti" a Bellariva
e nella fabbrica "Richard-Ginori"
di Sesto Fiorentino.
Dal 1896, anno in cui fonda, insieme a Giovanni Vannuzzi, Giovanni Montelatici e
Vittorio Giunti, la
manifattura "Arte Della
Ceramica", si afferma come originale innovatore e il
successo delle sue ceramiche, grazie anche all'utilizzo di lustri
rubino ed oro che conferiscono agli oggetti realizzati una
lucentezza straordinaria, è immediato.
Nella società, nei mesi successivi, entrano anche i cugini di
Chini, Chino e Augusto (primo del nome).
Nel 1898 i prodotti della manifattura vengono presentati
all'Esposizione Internazionale d'Arte di Torino, dove ottengono
una medaglia d'oro e all'Expo di Londra.
Nel 1900 partecipa con successo all'Esposizione Universale di
Parigi e nel 1901 alle esposizioni di Grand, Pietroburgo e
Bruxelles.
Nel 1902 Galileo Chini collabora con l'architetto Castellucci
all'allestimento del padiglione dedicato alla ceramica della
Mostra Nazionale di Floricoltura di Firenze e presenta alcune
ceramiche all'Esposizione di Arti Decorative di Torino ottenendo
il diploma d'onore e due gran premi.
Tra il 1902 e il 1904 la fabbrica "Arte della Ceramica"
viene trasferita in località Fontebuoni nei pressi di Firenze e
prende il nome di "Arte della Ceramica Fontebuoni".
Dal 1902 al 1914 gli viene affidata la realizzazione
dell'allestimento di alcuni dei saloni della Biennale di Venezia.
Nel 1904 lascia l'"Arte della Ceramica" per divergenze
con i soci e, alla fine dell'anno successivo, decide di fondare,
insieme al cugino Chino Chini, la manifattura "Fornaci di San
Lorenzo" in località Mugello presso Firenze,
manifattura che rimane attiva fino al 1944 e dove, a partire dal
1905, realizza ceramiche e vetrate artistiche.
Nel 1909 il Teatro Argentina di Roma gli affida l'incarico di
realizzare le scenografie per "La cena delle beffe" di
Sem Benelli e nello stesso anno ottiene la cattedra di Arti
Decorativa all'Accademia di Belle Arti di Roma..
Nel 1911 la Camera di Commercio di Firenze assegna a lui e
all'architetto Giusti la progettazione del padiglione toscano per
la Mostra Etnografica delle Regioni Italiane di Roma.
Dal 1911 al 1913 si occupa, su invito del sovrano thailandese,
della decorazione del Palazzo del Trono di Bangkok.
Nel 1914 ottiene la cattedra di decorazione all'Accademia di
Belle Arti di Firenze, incarico che mantiene fino agli anni '30.
Dopo la pausa bellica pubblica, con Casorati, Cifariello, De Carolis, Grubicy,
Michetti, Morbelli, Sartorio e Soffici, il manifesto
"Rinnovando Rinnoviamoci" in cui si propone
l'abolizione delle Accademie e si auspica la fondazione di Scuole
Artistiche Industriali.
Gli anni successivi lo vedono intento alla realizzazione di
diverse scenografie teatrali e, nel 1920, la Biennale di Venezia
gli commette la decorazione del salone centrale.
Nel 1925, dopo aver partecipato all'Expo di Parigi, abbandona la
ceramica dedicandosi alla pittura, alla scenografia e alla
decorazione muraria.
Dopo una serie di commissioni private, che lo vedono impegnato
per tutto l'arco degli anni Venti, Galileo Chini si dedica sempre
più assiduamente all'attività pittorica esponendo le sue opere
a numerose edizioni della Biennale veneziana fino al 1936 e,
nonostante la progressiva cecità, continua a dipingere fino ai
primi anni Cinquanta, trascorrendo gli ultimi anni della sua
vita, nella casa di via del Ghirlandaio a Firenze, dedicandosi ad
una pittura ispirata ad un naturalismo postimpressionistico.
Nel 1956, dopo molti anni di carriera artistica di grande
livello, muore a Lido di Camaiore (Lu).
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www.italianways.com/le-ceramiche-di-galileo-chini-tra-rinascimento-e-art-nuveau
www.jasonjacques.com/works/galileo-chini/
www.jasonjacques.com/marks/galileo-chini/
www.itinerarioliberty.it/marchi.htm
www.itinerarioliberty.it/galileochini.htm
www.itinerariliberty.it/mappasito.htm (galleria)
http://simonetta37.tripod.com/ceramiche/CERAMICHE.html
www.arteliberty.it/arte_Chini_biografia.html
www.arteliberty.it/arte_chini2.html