Il ceramista pugliese
Cosimo Calò, nato a Grottaglie nel 1899, dopo gli studi di
ragioneria diviene, intorno alla prima metà degli anni Trenta è
titolare della fabbrica di ceramica artistica e commerciale
"Manifattura Calò"
di Grottaglie fondata, nel 1910, dal padre Vincenzo.
Nel secondo decennio del Novecento Cosimo Calò è direttore
della Scuola di Disegno Applicato alla Ceramica di Nove.
Nel 1921 partecipa, insieme ai titolari delle più importanti
manifatture ceramiche di Grottaglie, alla fondazione della
"Società Anonima Cooperativa Industria Ceramica" il
cui duplice scopo è quello di stabilire i criteri della
formazione dei prezzi dei manufatti finiti, al fine di regolare
la concorrenza, e quello di formare una cooperativa d'acquisto di
materie prime, riducendo così i costi di produzione.
Alcuni opere uscite dalle sue fornaci partecipano alla I Biennale
di Arti Decorative di Monza del 1923.
Nel 1933, alla morte del padre, Cosimo prende in mano le
redini della fabbrica di famiglia.
Nel 1937 pubblica la monografia "I figuli di
Grottaglie".
Nel 1938 partecipa alla I Mostra della Ceramica Salentina.
Dal 1938 al 1942 è direttore e insegnante presso la Regia Scuola d'Arte "Giuseppe De Fabris" di Nove e dal 1949 al 1953 dirige la Scuola d'Arte Ceramica di Grottaglie.
Molto attivo nel cercare di qualificare la produzione ceramica
locale ha stretti rapporti epistolari con Gaetano Ballardini,
direttore del Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, al
quale invia a più riprese numerose opere realizzate nella sua
manifattura.
Cosimo Calò chiude la manifattura nel 1953 e muore nel 1958.