Moglie di Max Melamerson
giunge con lui a Vietri, a causa delle prime intolleranze
razziali nei confronti degli ebrei subite a Berlino, nel 1926 e
l'anno dopo collabora con il marito alla fondazione e alla
direzione della manifattura ceramica "I.C.S."
Con le leggi razziali del 1938 la manifattura viene chiusa e per
i coniugi Melamerson iniziano le persecuzioni che si concludono
nel 1943 con la detenzione nel campo di internamento per gli
ebrei stranieri di Ferramonti di Tarsia, in Calabria
Alla fine della Guerra si trasferisce con il marito a Roma dove
collabora, insieme a lui, con la manifattura "Ar.Ce.Ro."
Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1948, torna a Vietri ed è
invitata dal direttore artistico Giovanino Carrano a
lavorare alla fabbrica "I.C.A.M." dei
fratelli Pinto.
Negli anni Sessanta si trasferisce negli Stati Uniti, ma torna
spesso a Vietri
https://ilmanifesto.it/melamerson-una-coppia-in-fuga-a-vietri