La ceramista signora Manna,
verso la fine degli anni Venti, viene assunta come plasticatrice
e decoratrice, alla manifattura per la produzione di ceramiche
artistiche "Lenci" di
Torino, di proprietà di Helen
Konig Scavini.
Come altri dipendenti della gloriosa fabbrica Torinese agli inizi
degli anni Trenta abbandona la "Lenci", ormai in
profonde difficoltà economiche, e apre, a Torino, un proprio
laboratorio denominato "C.I.A" (Ceramica Italiana Artistica) con sede in
via Mondrone 10.
Dai forni della "C.I.A." escono vasi, soprammobili,
leziose statuette e figurine muliebri ad imitazione delle
ceramiche della ditta "Lenci".