Angelo Pera nel 1859, alla morte dei fratelli Renzoni ne
rileva la manifattura di via SanMichele degli Scalzi a Pisa e con
la collaborazione dei figli Attilio e Oreste, inizia una
produzione in terraglia di stoviglie e servizi per la tavola,
all'uso inglese, decorati cioè con la tecnica del transfert
print (decalcomania).
Alla fine dell'Ottocento ha una produzione di 160.000 pezzi e da
lavoro a oltre 130 operai e tenici.
Nel 1892 muore Angelo e la direzione della fabbrica passa ai
figli.
All'inizio del Novecento la fabbrica subisce una prima crisi di
mercato, dovuta sia alla situazione politica, sia alla forte
concorrenza delle analoghe produzioni della "Richard-Ginori".
Nel 1912 muore Oreste Pera e la sua quota sociale passa ai suoi
sei figli
Con l'inizio della prima Guerra Mondiale la fabbrica subisce un
ulteriore declino e all'inizio degli anni Venti la produzione è
realizzata da una quarantina di addetti.
Negli anni del primo dopoguerra la ditta recupera solo in parte
il proprio fatturato e la produzione si sposta sempre più verso
la ceramica bianca, di uso corrente e per la tavola.
Nel 1933 muore anche Attilio lasciando la sua quota al figlio
Angelo (secondo del nome)
Nel 1944 i locali di produzione subiscono un bombardamento e
partire dal 1945, alla ripresa dell'attività produttiva, inizia
il definitivo declino che si conclude nel 1954, quando si
spengono definitivamente i forni dello stabilimento.
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